Com’era largamente prevedibile, la vittoria della “rivoluzione arancione” in Ucraina (e quella “a metà;” della “rivoluzione dei tulipani” in Kirghizia (1) ) ha dato ulteriore impulso all’offensiva imperialista nello spazio post-sovietico, dissipando ogni dubbio sui reali obiettivi della campagna avviata dall’amministrazione Bush, a sostegno dell’esportazione dei “valori della democrazia occidentale” negli stati dell’ex URSS: da un lato, il definitivo assoggettamento degli stati della CSI agli interessi economici e geopolitici della massima potenza imperialista, e, dall’altro, il totale disinnesco delle capacità; competitive della Federazione Russa, attraverso l’assalto diretto al potere politico, da realizzarsi probabilmente addirittura (come molti segnali lascerebbero ad intendere) con l’estromissione dello stesso attuale gruppo dirigente di Mosca.
All’inizio di aprile, il nuovo leader ucraino Juschenko ha suggellato il proprio trionfo, con una serie di viaggi in Occidente e, in particolare, negli USA, dove, al termine di una serie di incontri con il presidente americano, ha avuto modo di esplicitare, con chiarezza inequivocabile, la funzione che gli viene attribuita dai padroni occidentali del suo paese. Basta leggere il testo del comunicato congiunto, rilasciato al termine della sua visita:
“Impegniamo anche le nostre nazioni a sostenere insieme le trasformazioni, la democrazia, la tolleranza e il rispetto reciproco in tutti i paesi, attraverso il regolamento pacifico dei conflitti in Georgia e Moldavia e la promozione della libertà; in paesi come la Bielorussia e Cuba”.
Accomunando Bielorussia e Cuba, il nemico storico nel “cortile di casa” USA, Juschenko lascia chiaramente intendere quali saranno le direttrici della politica estera dell’Ucraina “rivoluzionaria”, che nutre velleità; di leadership regionale nell’ambito della nuova alleanza. Scrive l’intellettuale marxista russo Dmitrij Jakushev:
“Le continue dichiarazioni di Juschenko in merito al fatto che l’Ucraina è pronta a diventare leader regionale, vale a dire il principale gendarme locale, fanno presagire enormi sciagure a tutti i vicini, nonché allo stesso popolo dell’Ucraina…La politica estera (di Juschenko) porterà; a un duro confronto con la Russia e la Bielorussia, fino alla creazione di alleanze militari, prima di tutto con la Georgia e la Moldavia, dirette contro la Russia e le repubbliche ad essa amiche della Transdnistria, dell’Abkhazia e dell’Ossezia” (2).
A distanza di pochissime settimane dall’incontro Bush-Juschenko, c’è stato, alla fine di aprile, il viaggio del Segretario di Stato USA Condoleeza Rice a Mosca. In quell’occasione, abbandonata completamente ogni ipocrisia diplomatica, la dirigente USA, senza perifrasi, ha inteso esprimere con brutalità; le finalità; della sua visita, provocando, tra l’altro, una durissima reazione della controparte russa. Incontrando nella stessa capitale russa, in aperto spregio di ogni etichetta, gli esponenti della tanto insignificante quanto prepotente opposizione “democratica” bielorussa e assicurando il proprio contributo morale e materiale (è di questi giorni uno stanziamento americano di decine di milioni di dollari a sostegno dell’ “offensiva democratica” in Bielorussia), la responsabile della politica estera USA ha addirittura indicato precise scadenze temporali (le elezioni del 2006) alla nuova tappa della scalata aggressiva indirizzata al rovesciamento di quello che è attualmente considerato il principale alleato della Russia nell’ambito della Confederazione degli Stati Indipendenti e il più; conseguente sostenitore delle esigenze di integrazione economica, politica e militare dello spazio ex sovietico: il presidente Aleksandr Lukashenko.
Abbattuto l’ultimo bastione della CSI, che con ostinazione si oppone ai progetti di espansione della NATO verso est, alle armate dell’Occidente non si frapporrebbe più; alcun ostacolo in direzione di Mosca. In tal modo, dopo l’ingresso di tutti i paesi dell’Europa orientale e baltica nell’alleanza nord-atlantica e il definitivo sbilanciamento in senso filo-occidentale dell’Ucraina, la Russia verrebbe a trovarsi completamente sguarnita sul versante europeo, con una virtuale “linea del fronte” fissata a poche centinaia di chilometri dalla capitale federale.
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Re:A Mosca! A Mosca!
вс, 24/07/2005 - 17:24 — ZAR0Re:A Mosca! A Mosca!
ср, 20/07/2005 - 13:05 — Валерия ПиффариSapienti sat.
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Re:A Mosca! A Mosca!
ср, 20/07/2005 - 12:32 — ZAR0Re:A Mosca! A Mosca!
вт, 19/07/2005 - 21:01 — hobihuan0Re:A Mosca! A Mosca!
вт, 19/07/2005 - 20:58 — Валерия ПиффариSapienti sat.
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пн, 18/07/2005 - 18:08 — hobihuan0Re:A Mosca! A Mosca!
пн, 18/07/2005 - 17:08 — Валерия ПиффариSapienti sat.
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пн, 18/07/2005 - 15:52 — ZAR0Re:A Mosca! A Mosca!
пн, 18/07/2005 - 14:55 — hobihuan0Re:A Mosca! A Mosca!
пн, 18/07/2005 - 12:33 — Валерия ПиффариSapienti sat.
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Re:A Mosca! A Mosca!
вс, 17/07/2005 - 15:14 — ZAR0Re:A Mosca! A Mosca!
вс, 17/07/2005 - 14:54 — ZAR0Re:A Mosca! A Mosca!
вс, 17/07/2005 - 14:52 — ZAR0